Nel 1914 la guerra era diventata inevitabile: Francia e Inghilterra volevano bloccare l’espansionismo della Germania, inoltre la Francia voleva tornare in possesso dell’Alsazia e della Lorena. L’Austria e la Russia volevano risolvere le loro difficoltà con aggressione ed espansionismo e l’attentato al granduca Francesco Ferdinando diede l’occasione per dar fuoco alle polveri.
L’Austria ritenne colpevole dell’attentato la Serbia che dava asilo agli indipendentisti slavi e decise di fare una veloce campagna militare, più per ammonimento che altro. La Germania, che non aveva mai perso il sogno di unire sotto il suo potere tutte le nazioni di lingua tedesca e la Russia che voleva fare la stessa cosa con i paesi di lingua slava, scesero in campo scatenando il sistema delle alleanze appena l’Austria dichiarò guerra alla Serbia. Con Germania e Austria si schierarono Bulgaria e Turchia, mentre Giappone e Romania si misero dalla parte della Triplice Intesa. Nel 1914 l’Italia con Giolitti rimase tranquilla poiché la Triplice Alleanza era un patto difensivo e Germania e Austria non erano state aggredite.
La Germania decise di puntare tutte le forze contro la Francia e, una volta messa in ginocchio, si sarebbe impegnata ad osteggiare la Russia. La guerra lampo prevista dalla Germania, per aggirare le fortificazioni della Francia, passò dal Belgio che era neutrale, ma dopo aspri combattimenti i tedeschi furono fermati sulla Marne e la guerra lampo prese tutt’altra forma. Divenne una guerra di trincea e i tedeschi dovettero affrontare i franco-inglesi in una linea che andava dalla Manica alla Svizzera. Nel frattempo l’esercito tedesco riuscì ad occupare la Polonia, ma da lì si estese il fronte che vide austriaci e russi fronteggiarsi per centinaia di chilometri. Iniziavano a prender forma due nuove super potenze: Giappone e USA.
In Italia si aprono due fronti: neutralismo e interventismo. La maggior parte erano neutralisti, ma gli interventisti erano del parere di cambiare l’alleanza e combattere conto l’Austria. Gli interventisti incominciarono a far leva sul sentimento patriottico e sui territori italiani ancora in mano agli austriaci. Le forze spingevano sempre di più e l’industria vedeva nella guerra un motivo di espansione. Molti, come Gabriele D’Annunzio, manifestavano a favore della guerra e nell’aprile 1915 l’Italia strinse un patto segreto con Londra con cui si impegnava ad entrare in guerra con Inghilterra e Francia. Il 24 maggio 1915 l’Italia entra in guerra.
1915: il fronte italiano spaziava dal Lago di Garda a Gorizia, passando per l’altopiano di Asiago, il Cadore, la Carnia. Anche gli italiani però rimasero incastrati in una guerra di trincea che seminerà milioni di morti.
1916: tutti gli Stati dovettero ricorrere all’arruolamento obbligatorio perché il fronte era diventato un mostro mai sazio di vittime. I paesi erano spopolati e le donne erano assoldate nelle fabbriche per costruire le armi necessarie al fronte. L’Italia, ad agosto, con la conquista della città di Gorizia riesce a frenare la Strafeespedition degli austriaci sull’altipiano di Asiago. Sul mare ad avere danni sono le navi USA che portano aiuti in Inghilterra e vengono attaccate dai tedeschi. Sarà questa la molla che spingerà l’intervento degli Stati Uniti.
1917: fame, sofferenza, povertà stavano mettendo in ginocchio le popolazioni, ma la guerra continuava. Non c’era più nessuno che lavorava nei campi, il cibo scarseggiava, l’umore era sotto i piedi e i soldati, stanchi di essere usati come carne da macello, iniziarono a dar vita alle prime diserzioni. Nella primavera del ’17 in Russia prendeva il potere Lenin che firmava l’armistizio di Brest-Litovsk e il trattato di pace con la Germania.
Germania e Austria portano tutte le loro forze verso il fronte francese e quello italiano ma a questo punto, nell’aprile del 1917, entrano in guerra gli Stati Uniti. Il 24 e il 30 ottobre del ’17, l’Italia visse la disfatta di Caporetto. Diaz sostituì Cadorna che riorganizzò velocemente l’esercito bloccando l’avanzata austriaca sul Piave, sul Monte Grappa e sull’altipiano di Asiago. Austria e Germania incominciavano a risentire della forte crisi economica, il razionamento del cibo aveva colpito anche le truppe. In queste condizioni, presto, furono costretti alla resa.
1918 gli imperi centrali, a primavera 1918, fanno l’ultimo tentativo di rovesciare le sorti della guerra. I tedeschi riescono a raggiungere di nuovo la Marne, ma vengono respinti da francesi e americani. L’esercito italiano respinge gli austriaci riprendendosi Vittorio Veneto, Trento e Trieste. Il 4 novembre viene firmato l’armistizio con l’Austria e l’11 novembre la Germania chiede la pace.